"ARBOT" IL ROBOT CHE SOSTITUISCE IL FISIOTERAPISTA.
(fonte della foto sito www.inail.it)
Il 10 gennaio scorso presentato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il robot riabilitatore della caviglia "ARBOT".
Il robot è stato presentato ai referenti Istituzionali e alle imprese, dall'Ingegnere Jody Saglia.
L'Ingegnere, ricercatore dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT, il terzo a destra nella foto) con sede a Genova, ha presentato "Arbot" (ankle rehabilitation robot) come una macchina che riunisce in un unico strumento le capacità manipolatorie del Fisioterapista e l'abilità di un sistema hi-tech programmabile per la riabilitazione post-traumatica della caviglia.
Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con i Medici del centro INAIL, nell'ambito del progetto start-up Rehab Tech sullo sviluppo di robot per la riabilitazione motoria.
Intanto sono 30 pazienti, assistiti dal centro riabilitazione motoria INAIL di Volterra, sono coinvolti, a partire dallo scorso aprile, nella sperimentazione di "Arbot".
In commercio sono già disponibili strumenti per la riabilitazione della caviglia, ma "Arbot" è unico nel suo genere, precisa il coordinatore del progetto Jody Saglia, perchè è un robot che "permette di fare una grandissima percentuale di attività, di manipolazioni, in autonomia, replicando i gesti dello specialista".
Tra i possibili campi di applicazione, l'utilizzo in ambito sportivo e nella telemedicina. Il paziente, spiega il ricercatore dell' IIT, potrà, ad esempio, fare riabilitazione a casa, seguito però in videoconferenza da un operatore, che può controllare se la macchina funziona e se il trattamento è eseguito correttamente.
Il vantaggio è anche quello di poter disporre di uno strumento capace di misurare, in modo continuo e oggettivo, il recupero motorio e di adattare l'esercizio terapeutico alle reali condizioni di disabilità.
Infine, sottolinea J. Saglia, " la riabilitazione è più efficiente, mirata, intensiva, e di facile accesso. Il terapista potrà, inoltre, trattare un numero maggiore di pazienti e definire nuovi percorsi riabilitativi".
NOTE
Ben vengano le innovazioni in campo riabilitativo, ma se l'obiettivo di "Arbot" è quello di sostituire il Fisioterapista, posso già dire (senza presunzione) che questa tecnologia non avrà successo.
Quando il Fisioterapista si prende cura del paziente con esiti post-traumatici di caviglia, non esegue solo delle manipolazioni sulle articolazioni, ma tratta anche i tessuti molli dell'arto inferiore, esegue il training deambulatorio, ma soprattutto si occupa delle "emozioni" che il paziente in quel particolare momento esprime.
Se invece la macchina affianca il Fisioterapista, e lo aiuta nel percorso riabilitativo, dando dei "feedback" sul lavoro che si sta svolgendo, allora "Arbot" sarà utile.
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