venerdì 17 gennaio 2014

"ARBOT" IL ROBOT CHE SOSTITUISCE IL FISIOTERAPISTA.

Arbot (Ankle rehabilitation robot) (fonte della foto sito www.inail.it)
Il 10 gennaio scorso presentato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il robot riabilitatore della caviglia "ARBOT".
Il robot è stato presentato ai referenti Istituzionali e alle imprese, dall'Ingegnere Jody Saglia.

                                                                                  (fonte foto sito IIT)
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L'Ingegnere, ricercatore dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT, il terzo a destra nella foto) con sede a Genova, ha presentato "Arbot" (ankle rehabilitation robot) come una macchina che riunisce in un unico strumento le capacità manipolatorie del Fisioterapista e l'abilità di un sistema hi-tech programmabile per la riabilitazione post-traumatica della caviglia.

Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con i Medici del centro INAIL, nell'ambito del progetto start-up Rehab Tech sullo sviluppo di robot per la riabilitazione motoria.
Intanto sono 30 pazienti, assistiti dal centro riabilitazione motoria INAIL di Volterra, sono coinvolti, a partire dallo scorso aprile, nella sperimentazione di "Arbot".

In commercio sono già disponibili strumenti per la riabilitazione della caviglia, ma "Arbot" è unico nel suo genere, precisa il coordinatore del progetto Jody Saglia, perchè è un robot che "permette di fare una grandissima percentuale di attività, di manipolazioni, in autonomia, replicando i gesti dello specialista".

Tra i possibili campi di applicazione, l'utilizzo in ambito sportivo e nella telemedicina. Il paziente, spiega il ricercatore dell' IIT, potrà, ad esempio, fare riabilitazione a casa, seguito però in videoconferenza da un operatore, che può controllare se la macchina funziona e se il trattamento è eseguito correttamente.

Il vantaggio è anche quello di poter disporre di uno strumento capace di misurare, in modo continuo e oggettivo, il recupero motorio e di adattare l'esercizio terapeutico alle reali condizioni di disabilità.
Infine, sottolinea J. Saglia, " la riabilitazione è più efficiente, mirata, intensiva, e di facile accesso. Il terapista potrà, inoltre, trattare un numero maggiore di pazienti e definire nuovi percorsi riabilitativi".

NOTE
Ben vengano le innovazioni in campo riabilitativo, ma se l'obiettivo di "Arbot" è quello di sostituire il Fisioterapista, posso già dire (senza presunzione) che questa tecnologia non avrà successo.
Quando il Fisioterapista si prende cura del paziente con esiti post-traumatici di caviglia, non esegue solo delle manipolazioni sulle articolazioni, ma tratta anche i tessuti molli dell'arto inferiore, esegue il training deambulatorio, ma soprattutto si occupa delle "emozioni" che il paziente in quel particolare momento esprime.
Se invece la macchina affianca il Fisioterapista, e lo aiuta nel percorso riabilitativo, dando dei "feedback" sul lavoro che si sta svolgendo, allora "Arbot" sarà utile.

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